Scuole

Ultima modifica 5 agosto 2024

L’Istruzione pubblica nel Comune di Vodo

In epoca austriaca, il Regolamento fondamentale sull’istruzione pubblica emanato nel novembre 1818 imponeva che in ogni Comune fossero istituite delle scuole dette “minori” della durata di tre anni, le cui spese di gestione ricadevano sull’amministrazione comunale: lo scopo era quello di offrire gratuitamente le basi dell’istruzione a tutti i bambini di qualunque condizione sociale. Già coi francesi (nel 1808), il Comune di Vodo aveva affrontato la spesa per l’attivazione di una scuola elementare e nei consuntivi 1809-1813 sono indicati i compensi per i maestri “di leggere e scrivere ed aritmetica” per Vodo (Bortolo Talamini) e per Vinigo (Giacomo Della Bona). Nel periodo successivo al ritorno degli austriaci il funzionamento della scuola appare non sempre continuativo anche a causa della mancanza di maestri provvisti dei titoli richiesti dalle nuove disposizioni, oltre che per le difficoltà da parte del Comune di affrontare le spese per i compensi. Perché venissero istituite regolari scuole pubbliche fu necessario aspettare il 1827: questo fra le carte dell’archivio è l’anno a cui si fa risalire l’inizio del servizio scolastico comunale. Fu Giovanni Bortolo Talamini Bolucci (si firmava Giambartolomeo) quello che i documenti riportano come “primo maestro della Scuola di Vodo”. G.B. Talamini, padre del noto Gianpietro fondatore de Il Gazzettino, insegnò dal 1827 al 1861 e “diede un ottimo e memore risultato imperocchè colla sua maniera dell'insegnare aveva talmente catturato l'amore degli scolari e dei genitori che nessuno trascurava la di lui istruzione, epperciò si ha ragione di dire che rarissimi sono rimasti gli illetterati che hanno potuto frequentare la scuola del prelodato Talamini; anzi buona parte degli alunni hanno precorse cariche onorifiche” (brano tratto da “Notizie storiche” sull’istruzione conservate fra la Corrispondenza del 1870). Quando morì nell'aprile del 1861, gli succedette il maestro Michelangelo Celotta e quindi, dall’anno scolastico 1869-1870, Bortolo Gregori.

Presso la scuola di Vinigo per il 1827 e 1828 insegnò don Giovanni Battista Agnoli, che già esercitava in paese da qualche anno come insegnante privato. Nell’autunno del 1828, don Agnoli fu sostituito dal fratello del maestro di Vodo, il segretario Flaminio Talamini, che “durò fino al 1845, il quale diede pure una lodevole istruzione che da tutti viene tuttora commendata”. A questo successe Michelangelo Celotta che insegnò a Vinigo fino al 1861 (quando passò alle scuole di Vodo). Nell'anno 1862 venne eletto a maestro di Vinigo Antonio Pivirotto che rimase fino al 1864; in seguito i bambini di Vinigo furono istruiti da Bortolo Gregori, poi maestro di Vodo, nel 1868 sostituito da Bortolo De Lorenzo.

Nel Regno d’Italia, l’istruzione divenne obbligatoria con la legge 15 luglio 1877: da quel momento fu sancito l’obbligo scolastico per i primi tre anni delle elementari. A quell’epoca accanto alle scuole minori erano già attive in comune scuole private serali e festive. A Vodo nel 1870 c’era la scuola femminile privata della maestra Bortola Talamini, frequentata da circa 70 ragazze: il Comune offriva alla maestra un contributo annuo per coprire le spese di istruzione delle alunne povere, mentre le famiglie “agiate” dovevano pagare di tasca propria. Sempre nel 1869-1870, erano attive a Vodo e Vinigo le scuole serali per adulti (dai 12 anni in su) in cui si faceva lezione ogni giorno durante i mesi invernali. A Vodo la scuola serale era frequentata da circa 50 alunni e vi si alternavano ben tre insegnanti: Bortolo Gregori (lettura), Tommaso Gregori (aritmetica) e il segretario comunale Gregorio Gregori (componimento). A Vinigo, dove gli alunni erano 35, il maestro era all’epoca era Bortolo De Lorenzo, che si occupava di tutti gli insegnamenti.

Se la storia delle scuole di Vodo e Vinigo procedeva parallela e il numero dei bambini permetteva la creazione di classi maschili e femminili separate, un po’ più complicata era la questione per Peaio: sembrava giusto, infatti, evitare ai bambini della poco popolosa frazione i disagi per raggiungere la scuola, specie in periodo invernale, tuttavia il numero esiguo di frequentanti permise solo negli anni Ottanta dell’Ottocento di creare una struttura pubblica che prese la forma di scuola mista. Prima di tale data (almeno dal 1868) esisteva a Peaio una scuola mista privata tenuta da don Luigi Agnoli e dalla sorella Mariella: il Comune dava loro una tantum un contributo, ma la loro opera era sostanzialmente gratuita. La scuola di Peaio, seppure con qualche difficoltà (nel 1923 fu necessario affidarne la cura alla Società Umanitaria), rimase in attività fino all’anno scolastico 1965-1966. Quella di Vinigo rimase aperta ancora per una decina di anni prima di essere definitivamente soppressa.

 

L’edificio scolastico ed asilo di Vodo

A Vodo non c’era un edificio scolastico di proprietà e per molti anni il Comune fu costretto a ricorrere a locali in affitto posti in diversi stabili, spesso non idonei e poco salubri. Una delle aule era al primo piano dell’edificio proprietà Belfi che ospitava anche gli uffici comunali dal 1878.

Fin dalla fine del XIX secolo, anche su impulso delle autorità scolastiche, era stato affidato ad alcuni progettisti il compito di studiare soluzioni all’annoso problema, anche se poi per ragioni soprattutto economiche non si passò alla realizzazione. I primi progetti prevedevano la costruzione di un edificio unico per scuola e municipio, posto lungo la via Nazionale, ma con il tempo si fece strada l’idea di un unico polo scolastico.

In base ai progetti 20 e 25 febbraio 1928 a firma dell’ing. Giuseppe Palatini, si diede avvio alla costruzione della nuova scuola elementare e materna per il capoluogo. A lavori in corso, si decise di dotare l’asilo di un teatro da utilizzare anche per gli spettacoli di intrattenimento del Dopolavoro (perizia 1 agosto 1929). I lavori furono eseguiti dall’impresa Emilio Da Ronch di Orzes (Belluno) e il 20 ottobre 1929 ci fu l’inaugurazione ufficiale, benché per liquidazione e collaudo fu necessario aspettare ancora alcuni mesi.

La nuova scuola elementare era costituita da quattro aule - in ognuna delle quali si si riteneva di poter far stare 50 alunni - biblioteca, sala per gli insegnanti, palestra per la ginnastica e terrazzo aperto; dotata di un impianto di riscaldamento efficiente, non mancavano i “gabinetti con lavabi”. L’asilo era calcolato per ospitare 50 bambini, dotato di teatro, oratorio ed alloggio per le suore oltre che provvisto anche in questo caso di moderni servizi igienici e lavandini.

 

Gli edifici scolastici di Vinigo

Le scuole di Vinigo inizialmente erano ospitate in un locale di quella che allora era la canonica, in un seminterrato umido, con poca luce e di capienza insufficiente ad accogliere tutti i bambini in età scolare di una popolazione crescente. Tra il 1847 e il 1849 furono costruite le nuove scuole frazionali su un terreno prativo proprietà della curazia, posto in piazza S. Giovanni Battista nel luogo dove ora è l’attuale canonica. I lavori, collaudati nel 1849 furono eseguiti in base al progetto 8 aprile 1846 a firma dell’ing. Osvaldo Palatini. Si trattava di un basso edificio ad un solo piano con un’unica grande aula destinata ai bambini. Le bambine all’epoca infatti potevano frequentare solo scuole private, come quella tenuta dalla maestra Bortola Talamini dal 1876. La scuola pubblica femminile fu istituita a Vinigo nel 1880 e, dopo qualche anno, l’ispettore scolastico in visita ordinò di provvedere ad un locale più adatto per le alunne. Si decise così di apportare alla scuola esistente le modifiche necessarie per renderla adatta ad ospitare sia le scuole femminili che quelle maschili (1892). L’edificio della piazza rimase attivo fino alla fine degli anni Venti, poi nel 1940 fu donato alla Chiesa di San Giovanni Battista e al suo posto fu eretta la nuova canonica. La scuola che sorge lungo l’attuale via Savilla, affacciata su Pias, fu costruita dall’impresa Dalla Corte di Feltre a partire dal 1927 e portata a termine l’anno successivo. Anche la scuola nuova fu dotata di due sole aule, che si riteneva potessero ospitare 40 alunni ciascuna, una sala insegnanti, un locale biblioteca e un ampio corridoio “ad uso palestra”. Rimase in attività fino alla soppressione delle scuole di Vinigo alla metà degli anni Settanta del secolo scorso.

 

La Scuola a Peaio

L’unico edificio a destinazione in qualche modo comunitaria della frazione di Peaio era costituito dalla canonica della chiesa mansionaria della SS. Trinità e S. Rocco. Posta a poca distanza da essa, all’imbocca della strada interna che conduceva al ponte sul Rudan, vi trovarono sede la Latteria sociale e fin dalla sua istituzione la Scuola elementare e, durante le estati del secondo dopoguerra, le colonie estive. In seguito alcune stanze furono sistemate per adattarle ad abitazione della maestra. Per mancanza di locali adatti e visto il numero contenuto di allievi, la Scuola mista di Peaio era costituita da un’unica aula frequentata dai bambini di entrambi i sessi posta al piano terra dell’edificio il cui accesso dava su un piccolo cortile.

 


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