Le Latterie Sociali

Ultima modifica 5 agosto 2024

Le Latterie Sociali

La lavorazione del latte allo scopo di ottenere prodotti caseari, quando non era condotta in famiglia, era effettuata nelle malghe oppure in caselli gestiti da privati. A partire dagli anni Settanta-Ottanta dell’Ottocento, però, sull’onda delle nuove forme di cooperativismo che si andavano diffondendo, anche a Vodo e frazioni si costituirono Società fra proprietari di animali bovini al fine di istituire Latterie sociali dove conferire il latte per produrre burro e latticini ad uso domestico dei soci, riservandone il di più a fini commerciali.

Il Ronzon riferisce come a Vinigo esistesse fin dal 1874 una latteria sociale “primo ed unico esempio, per quanto io mi sappia, in Oltrechiusa” (Almanacco Cadorino, IV, 1876, p. 11), ma questa prima società sembra aver avuto vita breve e probabilmente non ottenne un riconoscimento giuridico.

La prima latteria Sociale a nascere ufficialmente fu quella di Vodo: si costituì il 16 novembre 1881 con il pieno accordo di 96 proprietari di mucche e definì il proprio funzionamento con lo statuto del 19 settembre 1882. La sede iniziale era un casello collocato in uno stabile proprietà di Gregorio Gregori fu Osvaldo, posto sulla via Nazionale “sopra all’abitato di Vodo” (Relazione del Sindaco 9 novembre 1886, Ref. VII 1885, Corrispondenza 63-7). Gli utensili necessari al funzionamento vennero forniti per la maggior parte gratuitamente dagli stessi soci, mentre il Comune acquistò a proprie spese la caldaia per la produzione dei latticini. Fin dall’inizio la latteria fu amministrata da un presidente e da quattro membri eletti annualmente dai soci. Il latte era portato al caseificio in vasi di latta, veniva pesato e registrato in un doppio registro da un membro dell’apposita commissione e dal segretario, quindi per cura del casaro e di un assistente era posto in mastelli di legno. Il giorno successivo veniva lavorato per fabbricare burro, formaggio e ricotta. Il burro, tranne la piccola quantità ad uso delle famiglie dei soci, veniva venduto: era stato stipulato un contratto con un compratore che si era impegnato a venirlo a prendere entro i 15 giorni dalla produzione e a pagarlo a pronta cassa al Presidente che aveva il compito di versare il ricavato ai proprietari del latte in proporzione al loro credito. Il formaggio e la ricotta venivano invece consegnati ai soci in natura. Gli iniziali 96 soci del 1881, nel novembre 1886 erano diventati 106. Il casello di casa Gregori divenne in pochi anni insufficiente e nacque l’esigenza di una sede appositamente costruita.

Il 22 giugno 1896 l’ingegner Luigi Pante di Pieve presentò il progetto per la costruzione dello stabile di proprietà della frazione di Vodo; l’anno successivo venne procurato il legname necessario a far partire i lavori e fu acquistato il terreno, posto appena sopra la strada Nazionale, a poca distanza dal Rio Auni. L’impresa Eugenio Gei di Venas incominciò la costruzione di Latteria a annesso porcile nell’aprile del 1897. Nel dicembre del 1898 l’opera era praticamente conclusa, anche se i lavori addizionali proseguirono fino alla completa liquidazione avvenuta nel 1905.

Nel settembre del 1891, intanto, era stata istituita la Latteria Sociale di Peaio, che nel 1896 contava 35 soci. Trovò da subito una sede nei locali al piano seminterrato della canonica, costituiti da una piccola cucina e altri due vani attigui: qui fu lavorato il latte per tutto l’arco di tempo in cui la società rimase in attività.

Anche i produttori di latte di Vinigo si unirono nuovamente redigendo nel 1899 uno Statuto che aveva come modello quello di Vodo. Come quella del capoluogo, la Latteria di Vinigo si appoggiò inizialmente ad un casello privato prima di riuscire ad avere una sede propria. Il progetto del nuovo stabile fu redatto il 25 marzo 1903 dal perito pratico Bortolo di Luigi De Lorenzo prendendo esempio da quello di Pante per Vodo. Tuttavia l’impresa si presentò irta di difficoltà: esistevano fra i soci infatti due partiti distinti fra i quali l’oggetto del contendere era il luogo dove costruire il nuovo fabbricato da destinare alla raccolta e lavorazione del latte. A rappresentare le due fazioni troviamo Ermenegildo Marchioni e Camillo Pivirotto da una parte, e Fantino De Lorenzo e Placido Pivirotto dall’altra. Grazie alla mediazione del sindaco Gennaro Laurora, si individuò un terzo luogo approvato dagli 88 soci e, una volta firmato l’accordo, i lavori procedettero spediti facendo ricadere le spese sul bilancio frazionale.

Qualche dato statistico: al momento dell’istituzione della Latteria di Vodo nel novembre del 1881 i sottoscrittori erano stati 96, ma il numero dei soci risulta essere piuttosto variabile ed erano 58 nell’esercizio 1882-1883, 95 per il 1883-1884, 106 per l’esercizio 1884-1885; la richiesta di costruzione dello stabile della Latteria di Vodo nel 1896 fu sottoscritta da 85 persone, contro gli 88 che firmarono l’analogo accordo a Vinigo. La Latteria di Vinigo nel 1930 lavorava giornalmente 7-8 quintali di latte mentre 8-9 erano quelli lavorati a Vodo e 3-4 a Peaio; al 18 febbraio 1945 a Vinigo si contavano 74 soci, scesi a 41 nel 1963. A Vodo nell’agosto del 1945 i capi bovini posseduti da privati erano 299, nel 1971 il patrimonio zootecnico del capoluogo era ridotto ad una ventina di capi bovini.

La prima a chiudere fu la Latteria di Peaio che negli anni Trenta smise di funzionare: ci fu un tentativo di riattivarla nel secondo dopoguerra, ma non ebbe successo; nei primi anni Sessanta fu chiusa anche quella di Vodo. L’ultima a desistere fu la Latteria di Vinigo: l’attività andò via via diminuendo a causa del contrarsi della produzione di latte, fino alla chiusura definitiva avvenuta con l’annata 1975-1976. L’allevamento dei suini, annesso all’attività di produzione di latticini, all’epoca era già cessato da alcuni anni (1970).

 


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