La levatrice comunale

Ultima modifica 5 agosto 2024

La levatrice comunale

In un’epoca in cui si nasceva in casa un ruolo sociale fondamentale era svolto dalla levatrice, i cui compiti non si esaurivano nell’assistenza alla madre durante il parto, ma prevedevano anche un accompagnamento nei mesi della gravidanza e, soprattutto, la cura di madre e figlio nel primo delicato periodo dopo la nascita.

Nel corso dell’Ottocento sembra che ogni borgo o frazione del Comune ne avesse almeno una: nel 1835 viene nominata la mammana di Peaio (così erano denominate fino alla metà del secolo), nel 1837 quella di Rezzuò. Di quella che operava a Vinigo nel 1838 ci viene tramandato anche il nome: Peretta Della Bona.

Spesso queste donne, in genere loro stesse madri e frequentemente vedove, non possedevano i titoli per essere riconosciute ufficialmente, ma qualche volta avevano avuto l’opportunità di patentarsi, come Carolina Talamini che si diplomò nel 1866.

Negli anni Ottanta dell’Ottocento esercitavano il servizio di levatrici a Vodo Margherita Talamini fu Giovanni Battista e Maria Antonia Peruz vedova Belfi, mentre a Peaio c’era la sorella di Margherita, Maria Talamini. Le vedove Teresa De Lorenzo e Maria Maddalena Marchioni seguivano le gravidanze a Vinigo.

Per le loro prestazioni ricevevano il compenso dalle famiglie delle puerpere; in caso di partorienti povere la spesa veniva assunta dal Pio Istituto Elemosiniere o, una tantum, dal Comune che elargiva qualche piccola somma.

Le autorità dalla seconda metà dell’Ottocento spronavano periodicamente senza successo l’Amministrazione perché assumesse una levatrice patentata ed istituisse così un servizio ostetrico stabile. Tuttavia ciò accadde solo dopo l’ordine del Prefetto emesso nell’ottobre del 1889. Il 28 novembre Vodo e frazioni ebbero la loro prima levatrice comunale con l’assunzione di Margherita fu Giovanni Battista Talamini, vedova Gregori.

Margherita aveva esercitato la professione senza averne i titoli per un certo periodo, ma nel luglio del 1889 aveva superato a Padova gli esami pratici previsti per il rilascio delle patenti di abilitazione alle levatrici abusive che volevano regolarizzare la propria posizione. Dopo un anno, tuttavia, rinunciò all’incarico e si allontanò dal paese.

Il Consiglio comunale decise quindi di nominare Flora Belfi Talamini, che operava in paese già da qualche anno. Flora Monica Caterina Belfi era nata il 13 maggio del 1846 da Bortolo e Lorenza Talamini, nel 1867 aveva sposato Osvaldo Talamini Minotto da cui ebbe cinque figli. Sarà la levatrice del Comune di Vodo fino al 1926, quando all’età di 79 anni e dopo 43 anni di servizio, verrà messa a riposo.

Nell’aprile del 1927 si svolse il concorso per la nomina della sostituta, vinto da Teresa Sala di Giuseppe, nata a Borca il 6 maggio 1895 che si era diplomata alla Scuola d’ostetricia di Venezia il 15 giugno 1922 con il massimo dei voti, dal 1923 aveva esercitato a S. Vito in libero esercizio. Era vedova del sottotenente Attilio Perini, morto in guerra. Teresa rimase in servizio fino al febbraio del 1958.


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