La Ferrovia delle Dolomiti

Ultima modifica 5 agosto 2024

La Ferrovia delle Dolomiti

Fra la fine del XIX e i primi anni del XX secolo, mentre procedeva l’avanzata della Ferrovia dalla pianura ai monti, il dibattito in Cadore era molto acceso: si discuteva sul tragitto da far prendere alla Belluno-Cadore da Perarolo (lungo la Val Boite o lungo la Valle del Piave), ma anche sul numero e posizionamento delle stazioni; ogni amministratore sosteneva infatti le soluzioni che sembravano arrecare i maggiori vantaggi alla propria comunità.

Ad ogni modo, i lavori proseguivano e la ferrovia Belluno-Cadore venne inaugurata il 18 maggio 1914 con una cerimonia festosa, ma anche fra qualche protesta di una parte degli abitanti della Valle del Boite che si sentivano danneggiati dalle scelte operate dalla società ferroviaria.

Una volta raggiunto Calalzo, mancava il collegamento per far giungere il treno fino al confine (gli Austriaci stavano intanto costruendo la linea Dobbiaco-Cortina).

Data l’importanza militare della questione (nel frattempo era scoppiata la guerra) la costruzione di un binario a scartamento ridotto fu affidata all’esercito ed effettuata dai soldati italiani fra il 1916 e i primi mesi del 1917 collegando Peaio a Zuel. Fu dunque in periodo bellico che a Peaio sorsero il magazzino merci e la rimessa delle locomotive.

Neppure la disfatta di Caporetto e la successiva occupazione territoriale fermò i lavori: oltre 400 operai furono impiegati dagli Austriaci nella costruzione della tratta di collegamento fra Calalzo e Peaio.

Finita la guerra la linea fu abbandonata per qualche mese finché nel 1919 i lavori ripresero a cura del Genio militare che ripristinò e completò l’intero tracciato dalla Calalzo-Dobbiaco: in quei mesi si provvide anche alla sostituzione dello scartamento iniziale di 750 mm con uno a 950 mm.

Fra il primo ottobre 1919 e il 31 dicembre 1920 il Genio costruì a Peaio le case cantoniere nn. 11 e 12 e le stazioni (“fabbricati viaggiatori”) di Peaio e Vodo affidando la responsabilità dei lavori al tenente Martino Marcora.

La nuova linea venne attivata ufficialmente il 15 giugno 1921, anche se l’esercizio provvisorio aveva preso avvio il primo maggio di quello stesso anno. Inizialmente vennero usate alcune vecchie locomotive a vapore austriache adattate al nuovo scartamento. L’utilizzo di tali macchine non era scevro da pericoli e causava frequenti incendi, come quello dell’aprile del 1926 quando bruciarono quattro abitazioni a Strabain di Sopra a causa del facile innesco offerto dai tetti a scandola alle faville partite dalla locomotrice.

Nel 1924 fu emanato il decretò di approvazione della convenzione che concedeva la Ferrovia Calalzo-Cortina d’Ampezzo-Dobbiaco alla Società per la Ferrovia delle Dolomiti appositamente costituita. Una delle prime iniziative di detta Società fu l’elettrificazione della linea, per cui con gli anni Trenta le macchine a vapore furono sostituite da locomobili elettriche. Lunga 65 chilometri, la linea ferroviaria costituì per molti anni una fondamentale via di comunicazione, ma con la diffusione del traffico su gomma perse via via di importanza. Il 17 maggio 1964 lasciò Cortina l’ultimo convoglio: da quel momento la ferrovia fu soppressa. Attualmente sul tracciato dei binari si dipana la pista ciclabile Dobbiaco-Cortina-Calalzo.


Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?
1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?
1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot